«Fatevelo mettere per iscritto»

Cosí il professor Nicola Limardo ha commentato, riassumendo all’ osso, una domanda fattagli dal titolare del presente sito https://protezionispeciali.it, relativamente alla risposta che un operatore sanitario potrebbe dare a un cliente delle schermature Geoprotex® una volta che costui abbia riscontrato il loro effetto protettivo sul corpo e il conseguente inizio del naturale processo di decontaminazione dalle radiazioni che in alcuni casi potrebbe dare luogo alla Reazione di Jarisch-Herxheimer [vedi voce Wikipedia].

Qui di séguito riportiamo un estratto redazionato della conversazione andata in onda in diretta in videoconferenza il 20 settembre 2021.


DOMANDA:  «Una persona che ha preso le nostre schermature [Geoprotex®] per il letto e poi ha dei ripensamenti – può succedere perché magari ha delle reazioni di guarigione o di disintossicazione (per meglio dire) un po’ troppo forti — e allora va da un consulente, che può essere un medico o un osteopata, e questo qui gli fa una prova kinesiologica e gli dice che la stuoia per lui non va bene… Io cosa dovrei rispondere a discorso del genere?».

RISPOSTA DEL PROF. LIMARDO:

«La stuoia ti garantisce che [sei] schermato dalle radiazioni: [l’ hanno verificato alcune università italiane ed estere], l’ hanno dichiarato in altre certificazioni, al punto che si deduce al 100% dai costi per l’ ambiente di lavoro…  Se una persona fa un “test” e dice che non funziona, [chi glielo ha chiesto] deve dirgli di metterlo per iscritto, in modo tale che lui si assuma tutte le responsabilità…  Non lo farà mai, perché ovviamente sarebbero milioni di danni che potremmo chiedergli, […] non solo noi [azienda produttrice], ma anche chi […] ha certificato il prodotto […].

«Come sapete, i nostri prodotti sono tutti certificati da Enti esterni, [su di essi sono state] fatte tesi di laurea, pubblicazioni scientifiche, addirittura una sull’ Alzheimer.

«È ovvio che ti viene il dubbio […] che la persona […] magari è un po’ ingenua, [quando] fa un “test”, il “test kinesiologico”, [che] sapete benissimo può essere modificato dal mentale…  […] Non ha fondamento scientifico, quello che fa, [e lui] non ha i titoli per farlo, non è un Ente, non è neanche un fisico, per cui mi sembra assurda una cosa del genere…  Però l’ unica cosa che può fare il cliente è chiedere all’ operatore che fa questo di metterlo su carta intestata per iscritto… […]».


DOMANDA:  «Ma il trucco non è che lui [l’ operatore] dice «non funziona», [bensí] non entra proprio nel merito!  Lui dice che [la schermatura] «non va bene per il paziente da usare in quel momento»… forse è anche piú grave…».

COMMENTO DEL PROF. LIMARDO:

« < Non va bene >…  Deve scrivere anche questo, perché la stuoia non ha effetti collaterali, non ha nessuna emissione, non è un dispositivo medicale…  Lui può dire questo quando si trova a che fare con un dispositivo medico, quando il prodotto è transdermico, quando il prodotto è in dominio del medico…  Qui siamo nel dominio del fisico, quindi il medico non può intervenire in questo àmbito, perché è un àmbito vietato al medico.  Il [nostro] prodotto scherma e non ha nessun rilascio, non ha nessuna emissione;  può usarlo il neonato, la donna in gravidanza, uno con pace-maker, la persona malata gravissima, la persona sanissima, perché lo usiamo anche nell’ edilizia…  Ecco perché il prodotto è un dispositivo ambientale e i certificati del prodotto ti permettono di dedurlo al 100% dai costi, per la legge 81 del 2008, proprio per la sicurezza in ambiente [di lavoro, come dimostrato da] organismi, enti e varie aziende che lo hanno acquistato…  Il prodotto è in commercio dal 2003, abbiamo migliaia di testimonianze, non abbiamo concorrenza sul mercato, per cui l’ ente pubblico, come già sapete tutti, può acquistarlo senza gara di appalto.  […]


DOMANDA:  «Ma presupponendo la buona fede di questi qui che fanno le loro prove kinesiologiche, il fatto che gli risponda < non va bene >…  Allora lui che cosa sta misurando?  Sta misurando i dubbi del paziente, a questo punto…».

RISPOSTA DEL PROF. LIMARDO:

«Quando dice che < non va bene > e ha un titolo, come può essere un osteopata, un medico o un fisioterapista […], deve [ri]lasciare una ricetta medica.  Non lo farà mai, perché ovviamente sa che si sta mettendo in un cul-de-sac.  Lo dissuade [perché] non conosce il prodotto, non sa che cosa sono le radiazioni, non sa che la IARC le considera mortali nel tempo:  non stiamo parlando di campo elettromagnetico, ma di radiazioni ionizzanti…  Quel simbolo giallo e nero…  Quindi quando [l’ operatore] dice di < non mettere [la stuoia Geoprotex®] > e la persona potrebbe avere sotto il letto questo tipo di radiazione, [lui] si prende una grossa responsabilità nei confronti di questa persona, cliente o paziente che sia.  Se è paziente è ancóra peggio.  Quindi è fondamentale che la persona con tanta tranquillità gli dica:  < Per cortesia, me lo mette per iscritto quello che sta dicendo? >.  Su carta intestata.  Vedrete che non lo farà mai […]».



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